giovedì 3 aprile 2014

"Amicizia sul ramo"




Pennachina su foglio


"Raperonzolo"


C'era una volta un uomo e una donna che da molto tempo desideravano invano un bimbo. Finalmente la donna scoprì di essere in attesa. Sul retro della loro casa c'era una finestrella dalla quale si poteva vedere nel giardino di una maga, pieno di fiori ed erbaggi di ogni specie. Nessuno, tuttavia, osava entrarvi. Un giorno la donna stava alla finestra e, guardando il giardino vide dei meravigliosi raperonzoli in un'aiuola. 



Subito ebbe voglia di mangiarne e, siccome sapeva di non poterli avere, divenne magra e smunta a tal punto che il marito se ne accorse e, spaventato, gliene domandò la ragione. "Ah! Morirò se non riesco a mangiare un po' di quei raperonzoli che crescono nel giardino dietro casa nostra". L'uomo, che amava la propria moglie, pensò fra sé: "Costi quel che costi, devi riuscire a portargliene qualcuno". Così, una sera, scavalcò il muro, colse in tutta fretta una manciata di raperonzoli e li portò a sua moglie. La donna si preparò subito un'insalata e la mangiò con avidità. 


Ma i raperonzoli le erano piaciuti a tal punto che il giorno dopo la sua voglia si triplicò. L'uomo capì che non si sarebbe chetata, così penetrò ancora una volta nel giardino. Ma grande fu il suo spavento quando si vide davanti la maga che incominciò a rimproverarlo aspramente per aver osato entrare nel giardino a rubarne i frutti. Egli si scusò come poté, raccontando delle voglie di sua moglie e di come fosse pericoloso negarle qualcosa in quel periodo. Infine la maga disse: "Mi contento di quel che dici e ti permetto di portar via tutti i raperonzoli che desideri, ma a una condizione: mi darai il bambino che tua moglie metterà al mondo". 

"Il pifferaio magico di Hamelin"



...Allora sotto gli sguardi di una piccola folla attonita, aggrinzò le labbra, soffiò dentro il piffero magico e ne trasse tre dolcissime note... Subito un brusio festoso, un batter di manine, un calpestio di zoccoletti, un rimbalzar di voci fresche echeggiò nella piazza e... decine, centinaia di bambini con le guancette rosee e gli occhietti vispi, biondi e bruni, paffuti e mingherlini, si misero in marcia dietro il pifferaio.
Invano padri e madri, balie e nutrici cercarono di trattenere le loro creature, i loro piedi restavano incollati ai ciottoli della piazza e le loro labbra non avevano voce...



Il pifferaio attraversò la città poi si volse. - Verso il fiume? - domanderete voi. Ebbene no, questa volta si diresse dalla parte opposta, verso la grande montagna. Giunto fin là, il fianco del monte si aprì ed egli vi entrò seguito da tutti i bambini.
Poi lentamente la parete si richiuse.



A nulla servì il pianto delle madri, che ogni giorno raggiungevano la montagna e appoggiavano gli orecchi contro la roccia per cercare di udire la voce dei loro bambini... La montagna era fredda e silenziosa e non si sarebbe riaperta mai più.

Vulpes Vulpes



Volpe. Acrilico




Bosco. Acrilico




Volpe e tasso. Tempera




Caricatura volpe. Pennachina su carta